La storia dell'Ipogeo di Santa Maria in Stelle
La storia
Ipogeo. Che parola strana, dalla fonetica affascinante. Ipogeo. Questo termine si può usare come aggettivo, talvolta anche come sostantivo. L'origine cela, in maniera nemmeno troppo velata, la definizione di un luogo che si trova al di sotto della superficie terrestre. Un ipogeo è una costruzione sotterranea, in effetti, che riadatta cavità naturali o artificiali che sviluppano nel tempo una particolare attenzione antropologica e storica. L'ipogeo presente a Santa Maria in Stelle, all'inizio della Valpantena, è unico nel suo genere. A generare un alone di mistero intorno a questa struttura ricavata nei sotterranei è l'ambiguità delle proprie origini, che presumibilmente nacque come opera acquedottistica grazie alla Gens Pomponia, nucleo familiare dell'antica Roma nel I secolo d.C. Nei secoli successivi l'ipogeo viene riadattato da Publio Pomponio Corneliano in luogo sacro, un ninfeo. Grazie a San Zeno, diventerà la prima fonte battesimale fuori dalla città di Verona nel IV secolo d.C. Dopo aver assunto il ruolo di struttura adibita alla catechesi, nell'VIII secolo divenne meta di pellegrinaggio per religiosi grazie alla presenza della Manus Dei, un nuovo affresco. Ma sarà soltanto Papa Urbano III nel IX secolo d.C. a sancire definitivamente l'Ipogeo di Santa Maria in Stelle che giunge ai giorni nostri e dal 2004 in poi, con lo stanziamento di 420mila euro sono iniziati i lavori di restauro, proseguiti sino ai giorni nostri.
Un viaggio nell’ipogeo
La morfologia dell'Ipogeo di Santa Maria in Stelle, chiamato comunemente 'pantheon', è tanto affascinante quanto diversificata, per la varietà di spazi e tracciati che la compongono. Dalla vasca limaria ricavata dalla roccia nella quale confluiscono le acque sotterranee, si prosegue in un corridoio angusto nel corso del quale si possono incrociare quattro pozzi. Dopo aver superato una serie di scalini si giunge ad un suggestivo atrio a forma di croce con due stanze semicircolari. Osservando l'ambiente intorno a sé si possono notare una serie di affreschi e mosaici che catturano l'attenzione del visitatore. Sui muri sono presenti le pitture che richiamano al periodo della catechesi, con riferimenti al Nuovo e all'Antico Testamento. Una della caratteristiche più riconoscibili dell'ipogeo al suo interno è la presenza di forme concentriche in grado di ricordare dei testi sacri comunemente arrotolati. Spicca la presenza della Manus Dei, che ricorda il periodo, in antichità, nel quale era proibito raffigurare Dio in un'immagine intera.
I rilievi di Gaetano Cristofali
Nel XVIII secolo Gaetano Cristofali permise di riscoprire l'Ipogeo di Santa Maria in Stelle dopo un periodo nel quale il luogo veniva esclusivamente utilizzato come luogo di culto. Grazie agli splendidi rilievi in acquerello di Cristofali, nel Settecento la struttura è tornata sotto i riflettori, raccogliendo maggiori attenzioni anche al di fuori della comunità religiosa.